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Osservazioni dell’UGL Scuola sul disegno di Legge n. 1254

(DL automatismi stipendiali del personale della scuola)

Audizione presso l’Ufficio di Presidenza della VIIa Commissione Cultura del Senato della Repubblica

 

Relazione presentata dal Segretario Ornella Cuzzupi, audita presso l’ufficio di presidenza della commissione cultura del palazzo Madama.

 

Preg.mo sig. Presidente, onorevoli Senatori,

Vi ringraziamo per averci reso partecipi del disegno di Legge che vede attenzionata l’Istruzione Pubblica, dandoci la possibilità di formalizzare anche le proposte dell’UGL Scuola, organizzazione sindacale oramai capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale, rappresentativa e di conseguenza porta voce, dell’espressione di tanti lavoratori della scuola.

Delineare un percorso chiaro sulla figura del personale della scuola pubblica e legare la sua carriera ai vecchi canoni, ci sembra ormai anacronistico. Come nel passato, la lentezza burocratica, le posizioni nettamente contrapposte degli schieramenti politici, le diversità di vedute derivanti da differenti scuole di pensiero, rallentano il lavoro di quanti vorrebbero una scuola più competitiva e al passo con le esigenze di un mondo fortemente accelerato nell’evoluzione economica e sociale.

 Se quanto innanzi è vero, allora bisogna riflettere sul concetto di “sapere” e su quanto la scuola può offrire oggi. È tempo che il Governo attui una netta inversione di rotta, investendo in un settore chiave per lo sviluppo e l’espansione territoriale del nostro paese.

Nell’Istruzione Pubblica, la progressione di carriera avviene con meccanismi automatici: a grandi linee ogni 5 / 6 anni, il personale docente delle scuole di ogni ordine e grado ed il personale ATA (dsga, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici, ecc.), avanzano di un gradone, ossia progrediscono automaticamente migliorando di circa 50 / 60 euro il proprio stipendio tabellare, che a tutt’oggi è nettamente inferiore ai parametri Europei di riferimento. Siamo convinti che la progressione economica e specialmente in assenza o nell’incertezza di quanto contrattato, debba essere più snella e celere.

 Tenuto conto che l’età media di assunzione nella scuola si è elevata notevolmente, i lavoratori neo assunti (e non solo), vengono più volte penalizzati:

1) Bisogna tener presente dell’elevato tasso di precarizzazione che, da sempre, affligge il comparto e che negli ultimi anni ha raggiunto livelli inaccettabili, tali da essere oggetto di sanzione da parte della Corte Europea;

2) Il meccanismo della ricostruzione e conseguentemente di progressione della carriera, prevede ingiustamente, il riconoscimento dei primi quattro anni di pre-ruolo per intero e del periodo eccedente nella misura dei due terzi;

3) Viene a mancare, nell’arco della carriera lavorativa scolastica, il tempo utile per maturare le massime posizioni stipendiali (quelle attualmente più corpose), a danno anche del trattamento di quiescenza e del tenore di vita dei futuri pensionanti.

Per tali motivazioni, proponiamo una progressione stipendiale automatica ed a cadenza triennale, da attuarsi per anzianità di servizio e quindi valorizzando l’esperienza professionale maturata. Inoltre, si ritiene che i governi che nel tempo si sono succeduti alla guida del paese, hanno cercato, sistematicamente, di riformare la scuola adottando il criterio dei tagli e del risparmio, penalizzando l’intero comparto ed il servizio di qualità che la scuola pubblica italiana “deve” necessariamente fornire ad alunni e famiglie.

 Ricordiamo che le istituzioni scolastiche, svolgono un ruolo fondamentale nella formazione della futura classe dirigente e, pertanto, occorre ridare piena dignità alla scuola, considerandola elemento fondante, all’avanguardia e competitivo, anche al di fuori del contesto territoriale di appartenenza. Non è certo mortificando gli addetti ai lavori e sottraendo quanto destinato all’istruzione ed alla formazione delle nuove generazioni che si potrà porre rimedio ad un debito pubblico in continuo aumento. Tali economie vanno ricercate altrove, negli sprechi “pubblici”, che non sono certamente rappresentati dagli organici e dalle esigue risorse destinate agli automatismi stipendiali del personale della scuola.

 Depauperare ulteriormente la Pubblica Istruzione ed il gettito destinato al Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), significherebbe non permettere alle Istituzioni scolastiche di perseguire gli obiettivi prefissati dal Piano dell’Offerta Formativa (POF) adottato dalle stesse e, di conseguenza, verrebbe meno la credibilità degli Organi Collegiali, tra i quali il Collegio dei Docenti.

La necessità è invece un’altra, investire sui nostri giovani perché solo così saremo in grado di risollevare le sorti di una generazione che vuole mettere a frutto le proprie potenzialità preparandosi ad affrontare le difficili sfide del futuro. Su di loro, risorsa preziosa e sugli strumenti a supporto, quali istruzione e competenza, contiamo per edificare una nazione stanca di interventi tampone che vuole essere, per merito e valore, al centro dell’attenzione del continuo evolversi del mercato del lavoro.

In quest’ottica, diventa importante prendere coscienza della situazione attuale per disegnare il futuro, mettendo in campo un percorso che analizzi le problematiche che affliggono le Istituzioni di ogni ordine e grado dell’intero territorio nazionale e proponga agli organismi competenti soluzioni mirate ed efficaci, nell’ottica della valorizzazione di un settore strategico per uno Stato che “deve” investire in cultura e formazione del cittadino.

Oggi più che mai, è indispensabile valorizzare il merito degli operatori della conoscenza, riconoscendo il valore indiscusso della professione docente, del personale direttivo, amministrativo, tecnico ed ausiliario e di quant’altri operano all’interno del settore. Siamo concordi nel parlare di meritocrazia, a condizione che tale valutazione non sia oggetto di considerazioni discrezionali e soggettive, ma il risultato di attente valutazioni collegiali, con criteri preventivamente concordati con le parti sociali.

Ciascuno nella specificità del proprio ruolo deve analizzare e concretizzare il proprio impegno, concentrando gli interventi mirati alla scuola, con coscienza e senso civico verso una programmazione comunitaria, attualmente in itinere, che recuperi la centralità della Scuola e dei giovani.

Auspichiamo, pertanto, una maggiore attenzione per la cultura, affinché essa diventi il baricentro di una sinergica azione di crescita, messa in essere da tutti i settori produttivi. Occorre, entrare nell’ordine di idee che è necessario investire nelle politiche scolastiche e formative, per poter riaprire una stagione negoziale di confronto dialettico che abbia a cuore il rilancio del Paese.

 Roma, 04 febbraio 2014

Sabato 11 gennaio 2014 Gazzetta del Sud – Ansa

 Articolo pubblicato su Cronaca di Reggio

 La conferenza programmatica regionale promossa dall’UGL sulle prospettive dell’istruzione nella nostra regione

 Ridare piena dignità al ruolo centrale della Scuola

Cristina Cortese

 Occupazione e stabilizzazione a tempo indeterminato del personale, innovazione tecnologica e laboratoriale, creazione di impianti sportivi, ristrutturazione degli edifici scolastici e manutenzione attenta e periodica per monitorare la condizioni strutturali degli edifici di ogni ordine e grado dell’Istruzione dell’intera Calabria: sono questi i punti “strutturali” per il settennio 2014-2020, emersi nel corso della conferenza programmatica regionale dell’Ugl scuola. Sullo sfondo dell’incontro, tenutosi nei locali della sede reggina, alla presenza di una nutrita delegazione delle provincie calabresi, il trattamento paritario che la Calabria deve avere rispetto alle scuole del Centro e del Nord del Paese. <<Rivendichiamo questo sacrosanto diritto e non siamo più disposti a subire colpi da parte di esecutivi che vedono la scuola semplicemente come un salvadanaio dal quale attingere sistematicamente ogniqualvolta si ravvisa l’esigenza di una manovra finanziaria>>, sottolinea il Segretario regionale, nonché coordinatore nazionale dell’area docenti, Ornella Cuzzupi, aprendo il suo intervento sulla situazione delicata della scuola pubblica, con particolare riguardo a quella calabrese. <<La necessità è invece un’altra, investire sui nostri giovani perché solo così saremo in grado di risollevare una generazione che vuole mettere a frutto le proprie potenzialità e prepararli ad affrontare le difficili sfide del futuro. Su di loro, risorsa preziosa e sugli strumenti a supporto, quali istruzione e competenza, contiamo per edificare una Regione stanca di interventi tampone e pseudo carità assistenziale che vuole essere, per merito e valore, al centro dell’attenzione dell’intero Paese. In quest’ottica, diventa importante capire lo stato delle cose per disegnare per disegnare il futuro, mettendo in campo un percorso che analizzi le problematiche che affliggono le Istituzioni di ogni ordine e grado dell’intero territorio e proponga agli organismi competenti soluzioni mirate ed efficaci, nell’ottica della valorizazione di un settore strategico per uno Stato sociale che deve investire in cultura e formazione del cittadino>>.

Ornella Cuzzupi conclude così: <<Occorre oggi più che mai che all’istruzione venga restituita la sua piena dignità, puntando sul riconoscimento del merito degli operatori della conoscenza, sul valore indiscusso della professione docente, sulla formazione continua del personale direttivo, docente, amministrativo ed ausiliario. I sindacati, le forze politiche e le associazioni tutte devono analizzare il proprio impegno ed intersificarlo, concetrando gli interventi per il Mezzogiorno con coscienza e senso civico verso una programmazione comunitaria, attualmente in itinere, che recuperi la centralità della scuola e dei giovani>>.

 

Intervento della Prof. Cuzzupi Ornella, Segretario regionale UGL scuola e pubblica istruzione Calabria, che è intervenuta per il settore scuola e pubblica istruzione.

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